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Archive for the ‘trani’ Category

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Tra qualche giorno nasce una rivista autoprodotta, distribuita gratuitamente – leggi: “free press” – a colori, su carta riciclata. Ma la cosa nuova è: la rivista è per bambini. Ecco: è la prima free press al Mondo per bambini. In realtà qualche mese fa è uscita questa cosa, ma è un’altra cosa, fatta in grande stile, con tanti soldi ecc. Noi cominciamo con una tiratura di 500 copie, distribuendo nella Bat-provincia (Barletta Andria Trani), e cominciamo come autoproduzione vera. La rivista si chiama Yuri e questa qui è la copertina del numero zero:

numero zero

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[…a suicidarsi politicamente ogni tre mesi]
eh eh

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sì, è vero, c’hai ragione: son troppo criptico, specie quando scrivo. poi, dal vivo, a voce, ne dico anche troppe, ché tanto o son ubriaco o son sobrio, non cambia nulla. son privo di freni inibitori vocali.
sì, insomma: è come dici tu, dico cose che non si capiscono. e scrivo peggio, per altro.
ecco, io – ora – vorrei dire questo:
che gli altri esistono, non c’è nulla da fare. dalle loro scelte dipende l’esito delle tue battaglie, dipende tutto: se metterai la lingua in bocca a una fanciulla [o a un fanciullo], se andrai in un posto o in un altro, se vincerai o perderai ecc.

ora: se facessi l’esempio che in ho mente, altro che criptico: ce la leggi facile la mia intenzione.
posso accennare, ecco: mettiamo che c’è una situazione nella quale ho deciso di non mettermi, proprio no. che poi, invece, io no, non mi ci sono messo, ma le cose diventano inevitabili, per tutta una serie di scelte fatte da altri. e allora: accade. e non potevi farci nulla.

… la cosa che ho scritto qui su vale sempre, sì.

insomma: gli altri esistono.
quindi: tieniteli buoni, sii gentile – più che puoi. dài una mano a tutti – se puoi – senza pensarci un attimo. ascoltali, gli altri. stalli a sentire, anche se ti raccontano evidenti cagate, o narcisistiche bugie.
stalli a sentire e non dar troppa importanza a quello che dicono: vogliono solo qualcuno che li ascolti, ogni tanto.

io ci provo. a modo mio.
e amen.

[quindi, se m’incontri, fallo anche tu: stammi a sentire – magari dico una cagata, magari sono ‘mbriaco perso, magari sono in un raro momento di saggia lucidità]

gli altri!

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pantere: nere

un’autovettura passa da giorni sotto casa mia. “le pantere nere! le pantere nere!”. nessuno rispetta alcuna norma sui livelli di inquinamento acustico, sotto casa mia. e i rumori della strada sono relegati ai bassifondi corticali, per cui prima di capire “le-pan-te-re-ne-re” c’ho messo un po’. e – quando l’ho inteso – un livello un po’ più alto del mio cervello m’ha trasmesso l’informazione: le pantere nere, per la miseria!
nella periferia del Mondo si parla del Black Panther Party! (altro…)

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sangiuseppe_pop

[Andria (futura Bat-provincia), Madonna dei Miracoli – statua di San Giuseppe con aureola di neon bluastro]

[1- la foto l’ho commissionata, non l’ho fatta io; 2- esistono altre statue sacre con il neon, in Italia? 3- non è incredibile, tutto ciò?]

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cavalcare la paura è sempre stata la via più diritta per consolidare il potere. il potere nasce dalla paura. ti do il potere perché tu mi possa liberare dalla paura. ma il potere che s’è formato dalla paura, attraverso la paura, non elimina la paura, la fomenta.

chiunque – come me – abbia visto gli anni ottanta, sa bene che non esiste nessuna emergenza. se ci sono delle emergenze criminali, queste sono legate alle mafie, e alle lobby mafiose. ai soldi degli appalti truccati (o manco banditi) con i quali si costruiscono – continuamente – nuove case. palazzi, e palazzi, e palazzi. mattone. ponte. autostrada. binario.

ma a me, negli anni ottanta, m’hanno messo un coltello alla gola – uno di quelli grossi e col seghetto dalla parte non affilata; e ho difeso, una volta, le mie diecimila lire, che erano un tesoro. e, di fronte a casa mia, una sera c’era un morto ammazzato, e la moto di grossa cilindrata che guidava il morto prima di morire era a terra – pure lei. c’era l’eroina. i tossici si vedevano. ora no, ora siam tutti tossici, tutti a sniffare, ché male non fa.

cavalcare la paura: è facile, troppo facile. fomentare, creare la paura: ancora più facile. è sufficiente mandare ininterrottamente in tivì le notizie giuste. pilotare i fatti. “questo tira” dice il caporedattore, e si fanno servizi su servizi. e finto approfondimento. (altro…)

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Il significato dell’acronimo MRT è Mean Repair Time – Tempo medio di riparazione.

L’MRT è infatti il valore atteso del tempo di riparazione, dove il tempo di riparazione è quella parte del tempo attivo di manutenzione correttiva, durante il quale vengono eseguite azioni di riparazione su un’entità.

Beh…

MRT – tuttavia – è anche la Macedonian Radio-Television, televisione pubblica macedone, nota per il suo slogan fulgidamente nazionalista  “Ова е Македонска Радио Телевизија, ова е Македонија” (altro che Rai, di tutto di più…) e per la disputa – persa – con la Grecia sul proprio acronimo, in omonimia con un’emittente del Peloponneso, per l’ingresso nella European Broadcasting Union. Un pezzo di storia.

MRT è il codice aeroportuale IATA dell’avveniristico aeroporto civile di Moroak River Moroak, in Australia, ed è anche la rete di trasporto metropolitano – la Metro – di Singapore.

E poi MR.T, col punto in mezzo, diventa un mito dei ragazzini degli anni ’80, noto per il suo classico taglio di capelli in stile mohawk e per la grossa quantità di gioielli in oro tenuti su grazie a un trapezio da wrestler. Gioielli che, tuttavia, non indossa più,  dopo aver visitato le vittime dell’Uragano Katrina.

Fin qui credo che le relazioni siano chiare a tutti.

Ma che cos’è per voi M R T?

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MilanoRomaTrani, il blog di carta.
  
Ci sono state antologie di blogger, e blogger diventati scrittori.
Ma mai un blog che diventa di carta.
MilanoRomaTrani – il blog collettivo più figo dello spaziotempo – lo fa, per primo, mettendo insieme:
i post più belli del suo primo anno di vita;
i racconti di:
Remo Bassini,
Giacomo Buratti,
Peppe Fiore
e Andrea Malabaila;
e le meravigliose fotografie di Salvatore Piombino.

 

pdf1

[clicca sull’immagine per sfogliare-visualizzare direfarbaciare, oppure clicca qui per scaricare il file in pdf, e stamparlo]

Perché – senza ipocrisia – l’aspirazione di chi scrive è finire in un bel volume rilegato, o per lo meno una rivista, un foglio chessò. Piazzarsi in righe giustificate su dei bei rettangoli di carta (la qualità è relativa) che per quanto possano ingiallire, ma chi ci toglie più da lì? In un certo senso, si potrebbe dire che gli scrittori sono peggio dei politici.

Poi arriva internet a rendere tutto più facile e rovina la festa. E con internet arrivano gli scriventi. E gli scrittori se la fanno sotto, perchè in fondo, più conservatori di loro, che ce l’hanno fatta, che sono arrivati lì nell’empireo di toner e cellulosa… sì, sono maledettamente conservatori e reazionari. Un po’ come i giornalisti, che invocano a zigomi alti la libertà di stampa e l’informazione partecipata, mentre il loro incubo peggiore è perdere il tesserino di finta pelle bordò, e mai – ripeto mai – si sognerebbero di schierarsi a favore dell’abolizione dell’Ordine professionale di mandiboliana memoria.

E dunque – si diceva – arrivano gli scriventi. Che non sono né scrittori, né giornalisti, ma si sentono tali – i tapini! Tutti scrittori, tutti giornalisti! Tanto ormai non ci vuole niente, con i blog. Ma come si permettono, questi sacrileghi impuniti… E poi però, meglio farla breve, capita che gli scriventi vengano letti più dei giornalisti e molto più degli scrittori. Sondarne le ragioni diventa un puro esercizio intellettuale, con davvero poco stile e troppo impegnativo, rispetto ai risultati finora prodotti.

E come in ogni ciclo umano, origine e fine si piacciono e si scopano, così, al primo appuntamento. Senza troppe complicazioni. Cause e conseguenze si confondono. E gli scrittori, e i giornalisti, provano a fare gli scriventi. Alcuni sono anche pagati per farlo.

MRT è fatta (femminile!) di scriventi, scrittori, giornalisti. E a volte anche di gente normale. E si arroga – giustamente – il primato di averli messi insieme, fino a non capire lei stessa chi è chi, chi fa cosa, ma soprattutto perché. Ma solo godere di un evoluzione talmente naturale da sembrare volgare. Un lusso per pochi: non c’è niente di più trasgressivo dell’essere travolti da qualcosa a tal punto da dimenticarsene le orgini.

MRT festeggia tutto questo con direfarebaciare. Cos’è, lo si scopre scaricandolo e magari guardandolo, anche. Una cosa che sta sul monitor, dove gli scriventi si trovano più a loro agio, ma che può diventare di carta, così gli scrittori sono contenti e chè è firmata [nome & cognome] per la gioia massima dei giornalisti.

E che sarà letta, tanto.

Che in fondo, è davvero quello che interessa a tutti. Noi.

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